#OnThisDay: quella volta che il Bologna finì in Germania Est
Coppa delle Coppe, Sedicesimi di finale.
Berlino Est (DDR), 16 settembre 1970.
VORWÄRTS BERLINO-BOLOGNA 0-0
VORWÄRTS BERLINO: Zulkowski, Frassdorf, Muller, Withulz (89' Dietzsch), Hamann, Korner, Pfefferkorn (80' Strubing), Wruck, Nolder, Begerard, Piepenburg. All.: Kiuper.
BOLOGNA: Vavassori, Roversi, Fedele, Cresci, Janich, Gregori, Liguori (85' Prini), Rizzo, Savoldi, Bulgarelli, Pace. All.: Fabbri.
ARBITRO: Bogaerts (Olanda).
Sono lunghe e complicate, come si può immaginare, le operazioni di trasferimento del Bologna dall'Italia alla Germania Est. La mattinata del lunedì, a due giorni dal match, serve al jet della PanAm a portare la comitiva da Milano a Francoforte, quindi a Berlino Ovest, aerostazione Tempelhof con la sua cortissima pista. Il pomeriggio è trascorso a firmare papiri abilitanti al passaggio a Berlino Est. Ad un certo punto, anche i calciatori più esercitati agli autografi, come Bulgarelli e Rizzo, lamentano male ai polsi.
Non è difficile capire che genere di ambiente accoglie la truppa di Mondino Fabbri nel cuore della DDR. Trovarsi a Berlino Est nel 1970 non è proprio una gita di piacere, equivale anzi a un clima di spionaggio, con l’ombra della Stasi che aleggia diffidente, i desideri repressi della gente che dai piani alti degli edifici sbircia “di là”, le televisioni che non ricevono i canali dell’Ovest. Decisamente incauto, un cronista italiano inviato al seguito dei rossoblù attraversa il confine al Checkpoint Charlie concedendosi una passeggiata nel settore occidentale: sarà estremamente complicato per lui poi rientrare a Berlino Est, perché quando più tardi si ripresenta in Friedrichstraße viene fermato dalle guardie di confine per i controlli e trattenuto per diverse ore, fino al risolutore intervento diplomatico della dirigenza del Bologna a garantire per il giornalista.
L'allenatore del Vorwärts (“Avanti!” in tedesco), Kiuper, al martedì ha assistito alla nostra seduta di rifinitura, prendendo moltissimi appunti, e sentenziando «Come immaginavo, giocheranno all'italiana», con chiaro e critico riferimento alle tattiche difensive che avrebbe messo in atto Fabbri. Sono sempre gli inviati bolognesi delle testate sportive, unici italiani in loco oltre alla squadra in attesa dell’arrivo annunciato di un gruppetto di tifosi per il giorno dopo, a “movimentare” lo strano ritiro berlinese: in serata un paio di loro, alla curiosa ricerca di un locale per consumare un cordiale, vengono efficacamente invitati da una guardia a non addentrarsi oltre nella cupa Berlino Est e piuttosto a fare ritorno all’albergo.
Il Friedrich-Ludwig-Jahn-Sportpark è esattamente adiacente al Muro (come da foto sottostante), al punto che le tribune dello stadio, sopraelevate, affacciano sulla cosiddetta striscia della morte con tanto di torrette per le guardie armate. A contribuire a una cornice a dir poco agghiacciante, un’aria già gelida ed invernale che investe la zona da qualche giorno, nonostante sia solo la metà di settembre.
Il racconto della partita è affidato alle parole di Italo Cucci, sulle colonne de Il Resto del Carlino dell'indomani:
Il Bologna ce l'ha fatta. Ha chiuso a reti inviolate la prima partita della Coppa delle Coppe. Non se lo merita, ma bisogna dire lo stesso bravo Bologna. Allo Sportpark Jahn di Berlino Est non si è giocato mai al calcio; si è soprattutto guerreggiato, inizialmente ad armi pari, poi con i tedeschi che sono andati all'assalto all'arma bianca, incuranti di schemi e di dare alla loro azione una minima impronta di raziocinio. Il Bologna, che stando ai programmi della vigilia avrebbe dovuto accettare il confronto sul piano della gagliardia e del gioco, ad un certo punto, prima di crollare, ha creduto bene di tirare i remi in barca e, pur facendo una figura poco bella, ha raggiunto l'obiettivo: un pareggio preziosissimo.
Ora possiamo dirlo davvero: al ritorno a Bologna il 30 prossimo, non dovrebbe esserci il vento freddo di queste contrade, e la pioggia tagliente che ha costretto tutti ad una serata da dimenticare presto. Fabbri, ad un certo punto, ha giocato la carta che meglio conosce: quella che si svolge sul tavolo della difesa, un rettangolo verde che ha conosciuto, come spesso in passato, la possanza gladiatoria, la tempestività, l'intuito, la grande esperienza di Franco Janich.
Una sera da lupi allo Sportpark Jahn di Berlino Est. Un vento gelido di stampo siberiano investe le squadre e le ventimila persone assiepate sugli spalti. Siamo tutti allo scoperto: è la misura, questa, del tifo. C'è anche una sparuta truppa di bolognesi, una cinquantina, che cercano di rispondere a tono al fracasso dei tifosi locali e allo sventolare di decine di bandiere giallorosse, i colori del Vorwärts e dell'esercito della Repubblica Democratica Tedesca.
Il primo tempo era iniziato con buoni auspici per il Bologna: una punizione bomba di Rizzo aveva cercato la via della rete, ma subito era scattato il fuorigioco per Pace. Da quel momento era un succedersi di tentativi a vuoto. Al 14' un momento di paura nelle retrovie rossoblù: Fedele buca, Roversi riesce a salvare su Pfefferkorn. Al 26' torna a farsi pericoloso il Vorwärts. Prima Korner sbaglia di poco la rete, poi è Piepenburg fermato in fuorigioco di un nonnulla. Giganteggia Janich, senza dubbio il migliore dei rossoblù, bene anche l'impegno di Cresci, che non permette molta libertà al centravanti Begerad. Al 44' finalmente la prima conclusione dei bolognesi a rete con Rizzo, che sbaglia di poco la porta difesa da Zulkowski.
Questo non è calcio, gli elementi atmosferici a questo punto sono ormai travolgenti, un diluvio si rovescia sullo stadio non appena il vento accenna a scemare. Il Vorwärts cerca di approfittarne rendendo ancora più vibranti le sue folate offensive: Janich salva miracolosamente in angolo al 5' della ripresa su tiro di Frassdorf, poi l'arbitro olandese, quando Begerad riesce a battere Vavassori, annulla per posizione irregolare ancora di Piepenburg. Il Bologna pare ormai alla mercè degli avversari: si deve soltanto alla confusione che regna se i rossoblù non soccombono, sui tentativi incessanti di Wruck, Withulz e Begerad, non fortunato. Al 40' esce Liguori zoppicante, Fabbri lo sostituisce con Prini tentando ovviamente di rinforzare la difesa onde evitare gli ultimi assalti dei tedeschi. In una di queste puntate offensive si infortuna il terzino Withulz e lo sostituisce Dietzch. La pioggia continua fortissima, è un panorama da tregenda ma viene il fischio finale, è lo zero a zero: il Bologna è riuscito a compiere il miracolo.
Dopo il meritato riposo, è tempo di rivolgere di nuovo gli sguardi all’Italia e al campionato.
Qualcuno aveva detto: «In aereo beviamo champagne». Era un giocatore del Bologna, contentissimo di com'erano andate le cose la sera prima, nell'interno dello Sportpark Jahn: la battaglia di Berlino Est andava festeggiata, i reduci del "bunker" meritavano una minidoccia di biondo spumante. L'idea fu subito accantonata, tuttavia, appena la comitiva giunse a Francoforte, donde si sarebbe balzati a Milano: prima di salire sull'aereo, accurate perquisizioni antidirottamenti, poi il dubbio di ritrovare, così come all'andata sul jet, il mitico Lee Marvin appena uscito da un film di gangsters, con un bel corredo di sputafuoco. "Lasciamo perdere – disse il giocatore che aveva lanciato l'idea -, se quello sente il botto dello champagne ci spara in mezzo agli occhi".