I nostri avversari di domenica: ecco il Pescara
Oddo probabilmente non si aspettava che la partenza di Lapadula, eroe della promozione, potesse incidere così tanto sul cammino del suo Pescara che, perso il proprio trascinatore della passata stagione, non è ancora riuscito a sganciarsi dal pantano degli ultimi 3 posti. Il tecnico abruzzese si augurava che le belle trame del suo calcio di buona qualità fossero sufficienti a garantirsi un campionato di lotta orgogliosa: finora non è andata così, solo a rari sprazzi il Pescara si è espresso bene ma alla resa dei conti non ha mai vinto una partita – ad eccezione del successo “burocratico” col Sassuolo -, si è mostrato fragilissimo in fase difensiva (29 gol presi, il 4° peggior dato assoluto, e ben 16 nelle ultime mezze ore dei match) e in particolare nelle ultime 8 partite ha una striscia di 7 sconfitte e un solo pareggio riacciuffato nel recupero contro il Cagliari.
Delle tante punte impiegate, il solo Caprari – che centravanti vero non è – se l’è cavata, dimostrando in maniera inequivocabile piedi sopraffini, generosità, tiro dalla distanza (ha già cercato la porta 52 volte, con 3 gol) e in generale un futuro assicurato. Ma orfani del capocannoniere della scorsa B, i biancazzurri non hanno invece ottenuto granché da Manaj, Mitrita, Pepe e Pettinari. Si salva il bravo Benali, dinamico e sempre pericoloso sulla tre-quarti, e giganteggia il veterano Bizzarri autore già di parecchie parate determinanti. Per il resto la rosa ha espresso pochissimo, qualcosa di buono aveva fatto intravedere l’ala francese Bahebeck prima di infortunarsi ciclicamente, mentre il duttile tornante Zampano ha messo in evidenza doti migliori in fase di spinta – 4 assist – piuttosto che di copertura. In mediana un po’ in sofferenza fin qui capitan Memushaj, che ha anche un difficile rapporto coi tiri dal dischetto, va a intermittenza Gaston Brugman.