Fenucci: “Ecco come sarà il nuovo Dall’Ara”
Il Corriere dello Sport-Stadio ha pubblicato oggi una lunga intervista di Bruno Bartolozzi al nostro Amministratore Delegato Claudio Fenucci. Riportiamo, a beneficio dei nostri lettori, la parte relativa al progetto di ristrutturazione dello stadio Dall’Ara.
(…) E veniamo allo stadio. Dovete presentare al pubblico il nuovo progetto.
«Mi piacerebbe che fosse un’operazione completamente condivisa. Lo stadio non significa soltanto dare forza economica al club con una ricaduta di effetti economici sul territorio. Significa identità, forza: è la casa dei tifosi. In più permette di sconfiggere la virtualità del calcio. Il calcio si fa dentro gli stadi, dove si respirano le emozioni che formano le coscienze sportive, però servono impianti moderni».
Andiamo per ordine su questa storia.
«Il consiglio comunale di Bologna all’unanimità ha dato un indirizzo politico a favore della ristrutturazione del Dall’Ara. Niente nuovo stadio. Si è definita poi, via via, la filosofia di questo intervento, legata al contesto particolare dell’operazione. E cioè il Comune sarebbe rimasto proprietario di un impianto nuovo, moderno, in un quartiere che avrà una spiccata vocazione sportiva. Un gran vantaggio per tutti, visto che nel 2028 sarebbe scaduta la convenzione che lega il Bfc al Dall’Ara e da quella data l’impianto sarebbe diventato un problema per la comunità».
Il 24 luglio avete portato in Comune il secondo progetto. Finora quanto ha speso il Bologna?
«In progetti circa 700.000 euro. L’attuale prevede l’avvicinamento delle curve e delle tribune. La distanza minima fra campo e tribuna sarà di circa dieci metri: capienza totale massima tra i 27.000 e i 29.500 posti. Di più non è tecnicamente possibile. L’idea attuale è di inserire oltre a bar e ristoranti il museo e il negozio del club, un’area museale o una struttura espositiva permanente, palestre che insieme alle attuali piacine e antistadio, aumenteranno la capacità di attrazione della zona. Il tutto insieme al Cierrebì che tornerà a essere un’area sportiva di interesse pubblico dove potrebbero essere destinate le attività delle società che sono ora ospitate nelle palestre dentro il Dall’Ara».
La presentazione pubblica?
«In settimana partirà la nostra seconda lettera d’intenti, ci metteremo d’accordo con il sindaco: probabilmente presenteremo tutto entro la prima settimana di settembre».
Resta il nodo problematico e fonte di polemiche relativo alle aree compensative.
«In realtà, è tutto abbastanza semplice. Mi piacerebbe spiegarlo. In Europa negli ultimi dieci anni sono stati messi in produzione 160 progetti di nuovi stadi, 45 nelle nazioni delle grandi leghe calcistiche. Ovunque c’è una partnership con il pubblico, perché si ritiene lo stadio un elemento di valorizzazione del territorio. Ad esempio, gli investimenti in Germania sono stati di circa 1,4 miliardi di cui 500 milioni finanziati dal governo centrale o dai Länder. In altri paesi come Lille il contributo pubblico è stato di 45 milioni, a Bilbao per il San Mames, 111 milioni. In Italia abbiamo altri problemi di finanza pubblica e quindi i due impianti (Juve e Udinese) sono stati finanziati dai privati prevedendo aree commerciali compensative. La legge sugli stadi va in questa precisa direzione. A Bologna si è studiata una soluzione ancora più in linea con la progettazione urbanistica della città e per ridurre il costo di ristrutturazione dello stadio, economicamente insostenibile, è stata individuata un’area con i diritti edificatori già approvati nel 2016 dove uno dei maggiori gruppi europei, Ece, svilupperà una città della moda. A differenza degli altri casi italiani non c’è necessità di varianti al piano operativo del Comune. Lo stesso piano per l’intero intervento ai Prati di Caprara (dove Ece è interessata solo all’area Ovest, quella delle caserme in disuso), comunque prevederà un parco attrezzato di poco inferiore per estensione ai Giardini Margherita».
Cosa accadrà allora dell’area ovest?
«Ece insieme al gruppo Maccaferri vorrebbe edificare la città della moda e un parco attrezzato di 5 ettari. I capitali saranno privati, ma ne beneficerà un fondo di proprietà pubblica dal quale verranno acquisiti i terreni. Resta inteso che l’intera operazione sarà soggetta a una gara. Perciò eventuali terzi interessati alla ristrutturazione dello stadio potranno intervenire». (…)