mercoledì 15 Maggio 2019 - h 15:23

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Accadde… domani: 16 maggio 1910

Il 16 maggio 1910 ai Prati di Caprara va in scena il primo match di cartello della nostra storia. Contro l’Inter campione d’Italia il neonato Bologna di Gradi e Bernabeu fa un figurone, nonostante il campo “improvvisato”. Già a marzo Arnstein scriveva al sindaco Tanari per richiedere “qualche guardia municipale” in grado di mantenere libero il terreno di gioco dalla folla. Ma sapevate che il primo campo del Bologna avrebbe dovuto essere ai Giardini Margherita?

Nel maggio del 1910 il Bologna ha appena sette mesi, due soli incontri ufficiali alle spalle (contro Virtus e Sempre Avanti per il campionato emiliano) e un campo di gioco a mezzo servizio, la piazza d’armi ai Prati di Caprara: quando si gioca, si tracciano le righe e si piazzano le porte; quando si smette, si smonta tutto. “Segnavamo il campo di gioco solo quando si doveva giocare una partita vera e propria con altra società”, racconterà cinquant’anni dopo il capitano Arrigo Gradi, “e poiché l’Autorità Militare (a cui apparteneva l’area, ndrci aveva gentilmente concesso di giocare a condizione che il terreno fosse poi lasciato completamente sgombro, le porte erano smontabili e venivano montate ogni volta che andavamo ad allenarci o che si giocava una partita, smontandole poi subito dopo”.
Le uniche due partite ufficiali giocate fino a quel momento si erano disputate in un solo pomeriggio, il 20 marzo: dieci a zero alla Sempre Avanti, nove a uno alla Virtus Bologna e campionato emiliano di terza categoria in cassaforte. Evidente il dislivello tecnico tra chi cominciava a dedicarsi al calcio in maniera esclusiva e chi ancora considerava il football un divertissement per atleti dediti ad altre discipline, come accadeva nelle antiche società ginnastiche.

La prima, storica, formazione del Bologna. In piedi da sinistra: Guido Della Valle, Orlandi, Gradi, Bernabeu, Donati, Bignardi, Pessarelli; accosciati da sinistra: Rivas, Chiara, Venzo, Nanni

Il Bologna, nato come sezione autonoma del Circolo Turistico Bolognese il 3 ottobre 1909, rivendica, a differenza degli altri sodalizi sportivi cittadini, la sua matrice esclusivamente calcistica. Il nuovo comitato direttivo, presieduto da Borghesani e con Arnstein alla vicepresidenza, si propone un programma ambizioso: quello di iscriversi, unica società emiliana, al campionato nazionale di Prima Categoria per la stagione 1910-11. Certo, non avere un campo ad uso esclusivo non aiuta, ma il grande organizzatore Emilio Arnstein non vuole lasciare nulla all’improvvisazione. Dieci giorni prima delle partite del campionato emiliano, l’11 marzo 1910 scrive al sindaco Giuseppe Tanari per richiedere “la presenza di qualche guardia municipale” ai Prati di Caprara in occasione dell’evento calcistico della settimana successiva.

 

L’eccezionale documento, che pubblichiamo per la prima volta, recita testualmente:

La Società “BOLOGNA FOOT-BALL CLUB” di Bologna fa istanza alla S.V. Ill.ma, affinché voglia accordarle per la giornata del 20 corrente mese la presenza di qualche guardia municipale per vigilare, ed in pari tempo mantenere libero dalla folla presente, il campo di giuoco, durante le gare che si svolgeranno dalle ore 1.1/2 pomeridiane sino alle 18, ai Prati di Caprara.
Nella speranza che Ella vorrà tenere nella massima considerazione la ns. istanza e senz’altro vorrà favorirci colla più distinta stima ci professiamo
In fede
“BOLOGNA FOOT-BALL CLUB”
Il vice Presidente
Emilio Arnstein 

E’ in assoluto il primo tentativo di “organizzazione logistica” di una partita di calcio della nostra storia. Tentativo sì, perché dagli archivi comunali emerge che la lettera fu visionata solo il 22 marzo, a evento ormai celebrato.

 

Emilio Arnstein

 

Nonostante l’assenza delle guardie municipali, fu comunque un successo, non solo per il risultato, ma anche per la buona cornice di pubblico, che in assenza di tribune, si assiepò ai bordi del campo. Tra marzo e aprile il Bologna organizzò altre amichevoli, contro Unione Sportiva Ferrarese ed Hellas Verona: altre vittorie, i ragazzi facevano sul serio. Ma un conto sono i vicini di casa, anch’essi più o meno alle prime armi, un conto le grandi del calcio nazionale. Il neonato Bologna, che vorrebbe iscriversi al campionato di Prima Categoria, sarà all’altezza dei nuovi titolati avversari? L’occasione per dimostrarlo capita proprio il 16 maggio di 109 anni fa. Succede infatti che l’Internazionale, appena laureatasi campione d’Italia, transiti da Bologna di ritorno da un’amichevole a Lucca. Arnstein ci prova e ancora una volta la spunta: i campioni accettano di tenere a battesimo i rossoblù freschi di fondazione. Dovrebbe essere una passeggiata di salute per i nerazzurri, ma non sarà così.

Nel 1959, nel volume Il mezzo secolo del Bologna: 1909-1959, uno dei pochissimi giornalisti presenti, Erardo Mandrioli, corrispondente fin dal 1903 della Gazzetta dello Sport da Bologna, rivivrà così quella indimenticabile giornata:

Ricordiamo ancora – come si trattasse di ieri e non già di avvenimento risalente a quasi mezzo secolo addietro – la curiosità con la quale venne accolto l’annuncio dell’incontro Bologna-Internazionale fissato sul campo all’aperto dei Prati di Caprara, allora adibito a piazza d’armi, dove il Bologna si allenava su di un terreno di fortuna e con le sparute pattuglie di spettatori dell’insolito spettacolo proprio a ridosso delle linee di demarcazione.
L’Internazionale reduce da Lucca, dove aveva sostenuto e vinto un altro incontro amichevole, giunse a Bologna in formazione pressoché completa se si eccettua il medio-centro e capitano Fossati I. Il Bologna Football Club (proprio da pochi giorni era questa la denominazione assunta in via definitiva dalla società) era pervenuto a notevoli progressi nella sua limitata attività agonistica: si potrebbe parlare, addirittura, di passi giganteschi.
La squadra aveva avuto la fortuna di poter contare su elementi già sperimentati: Arrigo Gradi, suo primo capitano ed animatore, il quale, avendo studiato in un collegio svizzero, era già buon conoscitore del gioco; l’odontoiatra e primo allenatore della squadra Luigi Rauch, svizzero, il boemo Emilio Arnstein; lo spagnolo Bernabeu, studente al Collegio di Spagna (cui si aggiunge più tardi Rivas). Ed ancora: Guido Della Valle fratello di Geppe, Nanni, Chiara, Donati, Mezzano, ecc. Ma ecco le formazioni delle due squadre che diedero vita all’incontro… storico.

Internazionale F.C.:Campelli; Zoller (cap.), De Magistris; Jenni, Stebler, Morelli; Pejer, Agresti, Peterly, Aebi, Schuler.

Bologna F.C.:Orlandi; Chiara, Valesella; Della Valle I, Ghiselli, Nani; Donati, Rauch, Bernabeu, Mezzano, Gradi (cap.). 

Come si rileva, la squadra milanese fece onore alla sua denominazione presentando un formidabile schieramento straniero, soprattutto svizzero, mentre a sua volta il Bologna aveva chiesto ed ottenuto dal Vicenza due elementi (Ghiselli e Valesella) nell’intento di rinforzare il suo sistema difensivo dato che sino da allora l’Internazionale aveva palesata una straordinaria potenza di realizzazione con il suo attacco manovriero e padrone della tecnica di gioco. Per l’occasione era stato officiato a dirigere la partita (e lo fece ottimamente) un arbitro neutro: il sig. Colombo, della torinese Juventus.

Bologna-Inter: il terzino Valesella si sistema il cappello durante una pausa di gioco. Altri tempi…

 

Malgrado che allora – almeno a Bologna – non si conoscesse ancora che cosa significasse l’ingresso a pagamento su di un campo di gioco, poco più di duemila persone accorsero al richiamo della partita. La quale se confermò col suo risultato numerico che l’Internazionale era degna del titolo nazionale in suo possesso, ebbe il potere di rivelare nel giovanissimo Bologna un complesso di giocatori già in grado di sostenere onorevolmente il confronto con le maggiori squadre dell’Italia settentrionale. Non è questo un giudizio nostro, sibbene una spontanea dichiarazione resaci al termine dell’incontro dai giocatori nerazzurri i quali si meravigliarono di aver dovuto… sudare tanto per regolare una squadra della quale diversi di loro avevano, sino a quel momento, ignorato persino l’esistenza.
Forse anche per questi motivi l’Internazionale aveva iniziato in sordina, ritenendo di trovare facilmente la via del successo. Ma ben presto gli ospiti si accorsero che l’avversaria era assai più forte del previsto al punto da rendere a lungo sterili le discese in linea dei loro attaccanti facenti perno su un Peterly abile nello smistare il gioco sulle veloci ali Pejer e Schuler. Ghiselli, Della Valle, Nanni, Chiara, Valesella ebbero il loro da fare per contenere tanta insistente offensiva, ma vi riuscirono molto bene al punto che al riposo la rete bolognese era ancora inviolata, pure non essendo mancato parecchio lavoro per lo stesso portiere Orlandi.
Tuttavia già sul finire dei primi 45 minuti l’intera squadra bolognese, un po’ emozionata all’inizio, si era rinfrancata notevolmente tanto che anche Campelli aveva dovuto intervenire su tiri insidiosi di Bernabeu, il centrattacco rossoblù dal gioco intelligente ed insidioso, oltre che di Gradi e Donati. Né il senso di un certo equilibrio del gioco mutò gran che nella prima parte della ripresa: attacchi alterni con ripetuti interventi delle opposte difese a conferma della classe del capitano dei neroazzurri, Zoller, che emerse su tutti i giocatori in campo.

La risoluzione della partita non avvenne che a dieci minuti dal termine allorché la possibilità di un pareggio, che avrebbe costituito un autentico successo per i novellini del Bologna, sembrava ormai di possibile realizzazione. Oggigiorno si potrebbe parlare di “azione in contropiede” ché, sventato un attacco Bernabeu – Gradi, una lunga respinta di Zoller spostava il gioco a tre quarti campo, in area bolognese. Con scatto velocissimo il biondo Peterly si lanciava sul pallone, impossessandosene e facendo partire un formidabile tiro da una ventina di metri sul quale Orlandi nulla poté fare tanta era stata la violenza del tiro stesso.

Bologna-Inter, una fase di gioco

 

Grandi e meritati furono gli applausi degli spettatori a tutti gli atleti artefici della memorabile partita, la quale, come si è detto, segnò una pietra miliare nell’avvenire del Bologna. Difatti, nell’inverno di quello stesso anno 1910 la società bolognese fu ammessa al girone veneto-emiliano di prima categoria con Vicenza, Venezia ed Hellas (Verona). Tale campionato, però, per il Bologna ebbe inizio soltanto il 26 febbraio dell’anno successivo (1911) essendosi dovuto attendere che fosse pronto per l’inaugurazione il nuovo campo della Cesoia, fuori porta San Vitale. Opposto al Venezia, il Bologna vinse per 3 a 0 (rete di Donati, due di Bernabeu). Anche ufficialmente il Bologna aveva così il suo luminoso cammino tracciato.

L’articolo che la Gazzetta dello Sport dedicò alla partita due giorni dopo

 

Superata la prova del fuoco, in procinto di trasferirsi su un campo vero (la Cesoia), il Bologna abbandonerà di lì a poco il mitico spiazzo dei Prati di Caprara. Un campo che ha tenuto a battesimo le prime gesta rossoblù, ma che nei programmi della società nascente non era destinato ad ospitare le partite del Bologna. Abbiamo ritrovato di recente infatti un articolo di Guido Della Valle per la Lettura Sportiva del 1909.

Dopo aver annunciato la nascita del Bologna Football Club (“Colla nuova stagione il foot-ball prenderà uno sviluppo molto maggiore degli anni precedenti (…) anche con la fondazione di nuove società. E l’esempio lo vuol dare Bologna, città assai sportiva che fra i numerosissimi club di sport non ne annovera ancora uno seriamente organizzato di foot-ball”), Della Valle rivela: “Sono già avviate a buon punto le trattative per la sede del futuro club, per il campo chiuso (cioè recintato, ndr), che, molto probabilmente, sarà ai giardini Margherita”.

Niente da fare, la storia procederà diversamente. Ci negherà la suggestione di un Bologna che muove i primi passi ai Giardini Margherita, ma ci regalerà la leggenda dei Prati di Caprara.

In conclusione possiamo svelare il mistero della foto di apertura: tra il 22 e il 30 maggio 1910 i Prati di Caprara ospitarono la Settimana Aerea di Bologna, la prima manifestazione aviatoria che si tenne nella nostra città. Per l’occasione fu stampata una cartolina promozionale con un’immagine della partita Bologna-Inter e il cielo solcato da velivoli di ogni tipo. Un fotomontaggio decisamente insolito ma efficace.

 

Archivio:
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